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#TSFF36 – ANGY LOVE TRAFITTO DALLA BORA ovvero 36simo Trieste Film Festival

di il 18/01/2025
 

Non poteva iniziare in modo migliore la mia esperienza al Festival del cinema dell’Europa Centro-Orientale, se non col concerto di IVO DIMCHEV, cantante, performer e coreografo, artista di origine bulgara.

L’esibizione si è tenuta all’Hangar Teatri, posto off off. Pensavo non ne esistessero più, neppure a New York: un sottoscala tutto dipinto di nero, con bar annesso, creatore di generosi vodka tonic che hanno reso ancora più simpatica la serata.

Ivo non è facile da definire, è una sorta di mix tra Elvis Presley, Klaus Nomi e Jay Jay Johanson, canta benissimo e intrattiene il pubblico tra un pezzo e l’altro con boutade di puro cabaret. A fine concerto tutti eravamo totalmente presi, urlando e ballando con lui in pista.

Fantastica la canzone d’amore sul pissing, il pezzo che collega l’invecchiare alla prostituzione:

♫…♫ ageing is a tragedy, nobody wants to make love to me ♫…♫

nella quale purtroppo mi ci sono ritrovato completamente.

Durante la serata, l’artista ha posto questioni importantissime all’audience, tipo:

“Preferiresti scopare con Biden, Putin o il Dalai Lama?”

Si è anche lamentato che a vedere i suoi spettacoli vadano solo etero intellettuali o donne single, intonando poi il pezzo Gays in the crowd, usando ogni volta falsetti davvero notevoli, che denotano uno studio approfondito del canto.

Alla fine è venuto in mezzo al pubblico ballando e cantando il suo pezzo Troia, con balletti plastici di tutti a circondarlo. Ho finto di sorprendermi che, a quel punto della serata, i più scatenati fossero proprio gli etero ingessati di cui sopra.

Prima del concerto sono riuscito a vedere il film, nella sezione Wild Roses, IVANA CEA GROAZNICA (3/5) di Ivana Maldenovic, presente in sala (davvero carina). Il film è ambientato nel confine tra Serbia e Romania ed è una sorta di documentario/fiction in cui la regista interpreta sé stessa, senza però far capire dove inizia la narrazione e finisce la testimonianza. Ivana è un’ipocondriaca depressa, con anche qualche scatto isterico, che torna nella sua città d’origine in Serbia dopo aver fatto successo a Bucarest come attrice. Tratta parecchio male tutti i parenti, soprattutto la nonna (favolosa). Ha una storia segreta con un tipetto molto più giovane di lei (attore scelto male perché sembra suo coetaneo), invita degli amici artisti rumeni per un festival cittadino, che provocheranno non poco trambusto.

Il film inizia bene, è divertente e girato bene, ma col procedere della storia, l’incomprensione per ciò che sta accadendo e la noia che subentra nel vedere dinamiche strausate nel cinema documentario, rendono la pellicola sempre meno interessante.

Peccato, perché secondo me Ivana è brava.

P.S. Le prime proiezioni verranno effettuate al Teatro Miela e ho scoperto con orrore che per andare in bagno (un unico bagno) durante la visione, bisogna uscire dal teatro stesso, abbracciati dalla fascinosa e temibile bora triestina, e poi rientrare.

Una sorta di punizione per quelli come me con la vescica debole?

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