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NN di Hector Galvez

di il 10/11/2014
Mi PIACE

L'atmosfera pesante e carica di sommesso dolore

NON MI PIACE

Il tono di eccessiva autocommiserazione.

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AFORISMA
 

Basta solo dare un nome ad un mucchio di ossa per tacitare la coscienza?

 

Nella lunga scena iniziale, un infinito piano fisso che lentamente si focalizza su alcune persone impegnate a scavare nelle terre ventose delle Ande Peruviane, c’è tutta l’essenza di NN , lavoro di Hector Galvez: un viaggio nel dramma della memoria storica di un paese, il Perù appunto, che visse negli anni ottanta la tragedia dei desaparecidos durante la feroce guerra tra governo e rivoluzionari di Sendero Luminoso.
Gli uomini che scavano appartengono ad una equipe di antropologi forensi impegnati a recuperare i resti di contadini andini scomparsi e , possibilmente , dargli un nome; quando ciò non è possibile i resti vengono classificati con la sigla NN seguita da un numero.
Nel gruppo di cadaveri ritrovati solo uno viene classificato come NN: niente documenti, nulla che possa permettere un riconoscimento, solo una foto in bianco e nero di una giovane ragazza nascosta in una tasca; una donna si presenta reclamando i resti anche per dare pace al proprio strazio, ma la prova del DNA dimostra che non si tratta del marito scomparso.
Accanto all’angosciato dolore della donna e dei parenti dei desaparecidos, c’è il muto sbigottimento ammantato di triste impotenza dei membri dell’equipe incaricata di dare un nome alle ossa depositate sul tavolo dell’obitorio.

Nel suo complesso NN è film che vive tutto su questa atmosfera di triste abbandono: silenzi lunghissimi, primi piani sui personaggi spesso avvolti nel dolore, paesaggi sferzati dal vento che non regalano immagini radiose, ambienti cupi, ossa e brandelli di abiti maneggiati con sacralità lenta, rari singhiozzi e pianti sommessi.
Ma proprio in questo turbinare intorno a tale atmosfera NN trova anche i suoi limiti più grandi: se è vero che Galvez sceglie la via politicamente asettica al punto che non vengono mai citate le circostanze che portarono ai massacri e alle fosse comuni, è altrettanto ed indubbiamente vero che l’impregnare il film solo di questo genere di atmosfere lo rende alla lunga vicino alla noia.
Va lodato il tentativo di rivisitare in maniera intima, quasi antropologica, la tragedia dei desaparecidos, vittime della guerra non dichiarata tra governo e rivoluzionari in cui i contadini si trovarono intrappolati tra due fuochi, ma altrettanto deve essere riconosciuto che il film spesso regala l’impressione di una rielaborazione del lutto un po’ troppo fine a se stessa ed autocommiserativa che tralascia l’inevitabile tema di denuncia che un simile argomento porta con sè.
Da un lato quindi il sincero sentimento di dolore che traspare, dall’altro però una narrazione che non trova alcun sbocco, paralizzando la storia su un binario morto dal quale non riesce a venire fuori: di sicuro NN è lavoro che rimane impresso come impatto, molto meno come opera cinematografica.

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