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Pillole da Berlino 2015 – #Berlinale2015

di il 09/02/2015
 

Esci dalla sala ed il cervello rutta un’idea. Scariche elettriche sinaptiche, mica pensieri, probabilmente utili solo alla manutenzione fisiologica dei neuroni. Capita a tutti e non se ne può fare a meno.

In attesa dei racconti completi ecco i giudizi di prima istanza da Berlino:

  1. Angelica di Liechtenstein jr., figlio del padre della pop art: “I figli della gente che vale, non valgono un cazzo” (Dario Fo)
  2. K di Emyr ap Richard, Darhad Erdenibulag Un castello di Kafka mongolo. Quieto e non colto.Utile per riposare
  3. Cheol wong gi haeng di Kim Dae -hwan. Panni sporchi in famiglia coreana. Hanno ancora senso film così?
  4. Ode to My Father di Yoon Je-Kyun Anche la Corea del Sud ha il suo Forrset Gump
  5. Kon – 1960. Commedia classica ed elegante per una retrospettiva giapponese di lusso
  6. I am Michael di Justin Kelly. Storia di uno stupido gay che diventa uno stupido pastore cristiano. Incolore, come gli stupidi
  7. Mr. Holmes di C.Burwell. Holmes pretesto di una storia piena di buoni sentimenti nonno/nipote. Edificante
  8. ‪El club‬ di P. Larrain Storia di straordinaria violenza e dosata ironia. Avvincente e perfetto. Grazie!
  9. ‪‎Als Wir Traeumten‬ di A. Dresen. Giovani sbandati della DDR. Dal libro al film. Televisivo con bravi attori
  10. Body di Malgorzata Szumowska. Si ride e si piange. Si può chiedere di più?
  11. Pod electricheskimi oblakami,di A. German jr Malinconico straniamento nella Russia post-globalizzata:ostico/originale
  12. Cinquanta sfumature di grigio: Finito l’effetto del vodka tonic non mi ha più nemmeno fatto ridere. L’emblema dell’ignoranza
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