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Non essere cattivo di Claudio Caligari

di il 14/10/2015
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IL MIO VOTO


 

Vediamo.
Loro se drogano, ce stanno ‘e chicche, poi ce sta er momento de redenzione, ce sta ‘a bambina malata de AIDS, poi fanno a botte ma poi s’abbracciano, pecchè ce sta l’amicizia de borgata, ce stanno ‘e rapine, ce sta pure un sax demenziale che sarta fori a tradimento, ce sta ‘a traggedia e i clichè, di quelli che te fanno piagne.

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E poi ce sta ancora gente che se droga, e donne rincojonite che se drogano pure loro pe’ protesta, ce sta er discorso che i cattivi nun so’ cattivi ma so’ tutti boni e sfortunati, er passato che ritorna, che nun te molla, ce sta un dettaglio de no sputo a ‘no specchio, ce stanno sti carrelli che ce immergono nella droga, ce sta pure un siparietto de allucinazioni.

alla fine ce sta solo na gran voglia che che er protagonista schiatti e che tutto finisca.

Ma se vojamo anna’ più a fondo allora ce sta la morte e la riformulazione del cinema pasoliniano, che Caligari parafrasa col suo sguardo sui nuovi ragazzi de borgata, che se fanno de droga sintetica e se comportano come babbuini. Ce sta ‘na maniera interessante de raccontà, un realismo che a modo suo è ricercato, a dirla tutta poi, ce stanno pure due attori protagonisti molto bbravi.

Vojo dì, ste cose ce stanno, è ‘a storia proprio che nun se regge aho.

Non è certo il film che vorrei rappresentasse l’Italia agli Oscar, ma questo hanno selezionato.

Se interessati alla tematica consiglio una qualsiasi puntata di “Romanzo Criminale-La serie” “Anime Nere”, lo stesso “Gomorra”.

Non voglio essere cattivo, ma questo è un film troppo ingenuo. Ce sta pure l’orsacchiotto appeso alla lapide d’a bambina morta de AIDS, ce sta che me so’ rotto un po’ er cazzo de ste storie de ggente ‘gnorante che se droga pe’ tutto il tempo e poi se mena e poi se vo’ bbene e poi se mette er cappellino d’arancia meccanica e c’hanno na comicità che nun m’ha mai fatto ride e i modi de parlà che so’ sempre quelli.

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Il buon Caligari è deceduto poco dopo, pace all’anima sua.

La cosa che dispiace di più, in effetti, è che Caligari ci abbia lasciato con questo, l’impressione che non abbia potuto dire tutto quello che aveva da dire, purtroppo se ne è andato dopo solo due film e mezzo.

Amava profondamente il cinema, i suoi film citano Bresson, Ford, Peckimpah, Melville, Scorsese.

“Muoio come uno stronzo, e ho fatto solo due film” questo disse poco prima di andarsene.

Riporto di seguito un estratto di una lettera aperta, indirizzata a Martin Scorsese, scritta da Valerio Mastandrea, che attesta l’affetto e la stima nei confronti di Caligari.

« Caro Martino, ti scrivo per una ragione semplice. Tu ami profondamente il Cinema. In Italia c’è un Regista che ama il Cinema quanto te. Forse anche più di te. Certo non basta amarlo per farlo bene, il Cinema, ma questo signore prossimo ai 70 ha avuto poche opportunità per dimostrare il suo valore. Quando le ha avute, lo ha fatto. La sua filmografia fai presto a leggerla: Amore tossico, ’83, L’odore della notte, ‘98. Ti scrivo perché, dopo tanti anni di “resistenza umana” alla vita, a questo mestiere e alle sue dinamiche, questo signore ha avuto il coraggio di scrivere un nuovo copione, e di provare a girare un nuovo film. Da circa due anni un gruppo di amici di cui faccio parte lo sta supportando muovendosi nei meandri delle istituzioni e delle produzioni grandi e piccole ottenendo piccoli risultati ma importanti. Attorno a questo film si è creata un’atmosfera molto rara. In tanti lo vogliono fare per rispetto di questo signore e del più alto senso del Cinema e di chi vive per il Cinema. Molte delle eccellenze del nostro settore, hanno espresso la volontà di lavorare gratuitamente o di entrare in partecipazione. Ora, se starai ancora leggendo, ti chiederai «allora perché non riuscite a metterlo in piedi?» La risposta a questa legittima domanda ti obbligherebbe a un’altra domanda: «Ma è così difficile fare i film in Italia?»” Questo è un altro discorso. Più lungo e più maledettamente ovvio, almeno per noi.

Caro Martino questa mia lettera è solo un tentativo che va ad aggiungersi alle centinaia che abbiamo fatto in questi due anni. Non riusciamo a raggiungere una cifra tale per mettere questo signore sul set: che è il suo luogo naturale. Ho pensato: questo signore parla e cita Martino come se fosse un suo compagno di scuola. Conosce il Cinema e soprattutto quello di Martino come lo avessero fatto assieme. A noi mancano tanti soldi per fare questo film. mastandrea_caligari-450x350È piccolo ma ne mancano ancora tanti, anche per quel piccolo. Allora io chiedo a Martino di leggere il copione e di guardarsi Amore tossico. Spero che Martino lo faccia, si innamori del Cinema di questo signore e venga qui a conoscerlo, pronto a produrre il suo film insieme a noi che siamo la sua piccola banda che il Cinema lo ama e lo detesta forse per quanto lo ama. Spero che Martino non si mastandrea_caligari-450x350offenda per come lo chiamo ma è questo signore che lo chiama sempre così. Ecco, questo ho pensato e questo spero. E anche se questa lettera sarà tradotta e con la traduzione forse si perderà la commozione con cui è stata scritta, sarà stato un altro tentativo a cui ne seguiranno altri magari ancora più folli. Perché il Cinema di questo signore, Claudio Caligari, merita più di quanto è stato fino a oggi. E perché lo ripeto, quanto lo ama Claudio, il Cinema, forse neanche tu, Martino. A nome della Crew di Non essere Cattivo ti ringrazio per l’attenzione. »

 

 

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