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#GenderBender 2016 – ORIENTED di Jake Witzenfeld

di il 05/11/2016
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la sensibilità di Otis, il cane

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Berlino, la solita salvezza di ogni documentario gay

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l pregio, e allo stesso tempo, la pecca, di un documentario come Oriented, risiede nell’ambizioso desiderio di presentare, quasi come fosse un dipinto (cioè, qualcosa di statico, fermo) un piccolo momento degli ultimi settant’anni di conflitti tra Palestinesi e Israeliani. Lo fa senza rabbia, e i tre soggetti scelti in questa cornice sono: Khader, Naeem e Fadi. Tre ragazzi omosessuali, con radici Palestinesi, e che possiedono il passaporto Israeliano. Il documentario non ripercorre un momento particolare della loro vita (eccezione fatta per Naeem, che decide di uscire allo scoperto proprio durante le riprese); ripercorre un momento nella vita di ogni singolo giovane palestinese che non riesce a sentire alcun senso di appartenenza in nessun posto dove mette piede. Il fatto che questi tre ragazzi siano omosessuali dona un tono più specifico alla storia, senza spostare di troppo l’obiettivo che il regista vorrebbe raggiungere.

oriented-locandina

Il documentario, cercando di cogliere la quotidianità di tre omosessuali, avrebbe potuto giovare di qualche tono più allegro e possibilmente più leggero: attenzione, non sto associando l’omosessualità alla leggerezza, ho solo trovato che l’espediente gay sia stato usato in maniera quasi ruffiana per fare portare sullo schermo un documentario politico, confezionato molto bene, con dialoghi riusciti e matematicamente studiati, ma che si scosta dalla sofferenza di chi vive davvero soffocato all’interno di una micro-realtà che si trova a sua volta avvolta in una bolla di conflitto e di ostilità.

Occorre conoscere che gli insediamenti e le enclave palestinesi (fortemente volute da Shimon Peres), sono due facce della stessa medaglia, e negli anni questa mescolanza di luoghi e persone ha portato a un “compromesso funzionale”. oriented-conflitto

Questi tre ragazzi ventiseienni sono cresciuti all’interno di questo schema, e non hanno mai visto giorni migliori, ed è probabile che non li vedano mai, ed è qui che inevitabilmente mi chiedo perché l’espediente del documentario, o eventualmente anche quello della finzione, se l’impressione è che comunque vada, il cinema non è servito a redimere neppure un po’ la vita dei protagonisti, e tanto meno quella degli spettatori.

Vorrei tanto pensare che questo documentario sia stato abile nell’evitare i clichés, non ha vittimizzato la comunità gay, e non è stato riduttivo nel parlare ai gay palestinesi (o dei gay palestinesi). Mio malgrado mi riesce piuttosto difficile. Questi ragazzi non riescono ad avere una spensierata storia di una notte, senza che subentri quasi immediatamente il fatto che il loro compagno sessuale possa essere ebreo, o addirittura ebreo e militare. Durante le immagini che vediamo, persino quelle girate a Berlino, siamo testimoni del fatto che oramai lo scontro passa attraverso i rapporti sessuali, attraverso le reti sociali, anche nell’esilio, e non si ferma. Ogni giornata nella vita di Khader, Naeem e Fadi, sembra una pallottola che finisce sul loro futuro, e queste ferite si accumulano al punto da determinare le proprie decisioni. Il sorriso che indossano i tre protagonisti, travestiti, nel fermo immagine a conclusione della proiezione, sembra nascondere il dolore di una situazione che non cambierà.

oriented-scena-finale

Oriented (2015)
Oriented poster Rating: 6.7/10 (543 votes)
Director: Jake Witzenfeld
Writer: N/A
Stars: Khader Abu Seif, Fadi Daeem, Naeem Jiryes
Runtime: 86 min
Rated: Not Rated
Genre: Documentary
Released: 21 Jun 2016
Plot: A feature documentary that follows the lives of three gay Palestinian friends exploring their national and sexual identity in Tel-Aviv during the Israel-Gaza conflict of 2014.
commenti
 
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  • Peter
    07/11/2016 at 6:25

    Grazie. Come sempre le tue recensioni stuzzicano la voglia di trovare immediatamente e vedere il film. 🙂 complimenti

    Rispondi

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