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#IPAFF – create your own festival, final chapter: THE LEVELLING di Hope Dickson

di il 09/07/2017
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IL MIO VOTO


 

Ieri sera al concerto di Marc Ribot a Cafe Oto sono rimasto vittima di un fenomeno di autoipnosi involontario. Mentre seguivo le folli circonvoluzioni della sua mano sinistra sulla Gibson scassata, ho visto il buon vecchio Marc trasformarsi lentamente in un aracnoide gigante. I suoi tentacoli torturavano il povero pezzo di legno a sei corde ed io ero contento come un bambino, contento di trovarmi nel mezzo di questa allucinazione in Technicolor. Ero ormai gioiosamente immerso in questo trip di Cronenberg quando Marc comincia a cantare – di tutte le canzoni al mondo – niente meno che Bella Ciao! Beh, ci credereste? Spogliata da tutte le retoriche da primo maggio col rapper di Torvajanica o raduno alpini in overdose di grappa, si trasforma inaspettatamente in qualcosa di magico. Forse non guastava che a suonarla fosse uno dei più inauditi chitarristi viventi. O forse che fossi già alla terza birra, quien sabe.

Watch your hands, Marc!

Anyway, giorno finale di questa prima edizione del IPA Film Festival ed eccoci catapultati nel nuovissimo ed incantevole Curzon di Bloomsbury per vedere un film di cui ho sentito parlare gran bene. C’è addirittura la coda alla biglietteria, vuoi vedere che IPAFF – tomo tomo cacchio cacchio – comincia a prendere finalmente forma per avviarsi a diventare uno degli appuntamenti imprescindibili della stagione festivaliera ?

Disperazione per un sold out al IPAFF

 

#IPAFF day four: THE LEVELLING di Hope Dickson Leach al Curzon Bloomsbury

Una studentessa di veterinaria (basta con gli chef, le studentesse di veterinaria sono le nuove rockstar!) torna nella fattoria dove è cresciuta in occasione dei funerali del fratello e si trova a dover affrontare i fantasmi del suo passato.

Fanculo, il prossimo anno mi iscrivo a Marketing

Non splende – letteralmente – mai il sole in questo cupissimo affresco di vita campestre in un Somerset che deve ancora rimettersi in piedi dopo le inondazioni del 2014 e dove le disgrazie sembrano davvero non avere mai fine, dalle società di assicurazione che negano i rimborsi, alla tubercolosi del bestiame, in un tunnel senza speranza che sembra dover portare diritti filati verso il giorno del giudizio. La Leach, al suo esordio, si ispira dichiaratamente al realismo dei Dardenne e Bruno Dumont ma arricchisce la tavolozza dei grigi con delle visioni psichedeliche ed oniriche che sembrano richiamare alle folk tales britanniche. Assolutamente straordinari Ellie Kendrick e David Troughton nei ruoli conflittuali di padre e figlia attorno a cui ruota tutto il film. E quella canzone dei A Silver Mt Zion in una delle sequenze chiave del film a ricordarmi perché a 50 anni insisto a perdere tempo e soldi in una sala buia, ancora a caccia di quella scintilla.

4 stelle, come il numero di IPA che mi ci vorranno per tirarmi su dopo sto film. ♥♥♥♥

Arrivederci al #IPAFF 2018, so long!

Goodbye IPAFF, thanks for the memories

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