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#BERGAMOFILMMEETING – Una pioggia di selfie dalla città dei mille – parte 2

di il 07/03/2016
 

Non piove ma fa parecchio freddo. Non sarebbe un problema se non ci fossero le code da fare all’aria aperta senza riparo. Io, che sono un provinciale, mi sono sempre trovato bene in queste situazioni piccole, quasi domestiche. I contro però poi li subisco: oltre alle file sotto la pioggia, ai soli due bagni con inevitabili code, bisogna procurarsi i biglietti per ogni singola sessione della giornata vale a dire mattina, pomeriggio e sera. Insomma altre tre code quotidiane in cassa.
Continuo a non fare selfie, anche se le “celebrità” qui sono facilmente avvicinabili.

Il primo film della giornata è WRONG SIDE UP di Petr Zelenka (a cui è dedicata una delle retrospettive): il film è noioso e di trama incerta. Inizia con una serie di siparietti grotteschi diventando sempre più serio fino ad un finale tragico inaspettato. Personaggi e battute alla Almodovar, ma senza spessore, in un film che sembra avere decisamente più dei dieci anni che ha.
Il secondo film è la cosa migliore vista della giornata, un corto di 24 minuti di un regista norvegese A.J. Andreassen ALLE TANKERS SLEKT. Il protagonista è un ragazzo che spiega come gli spiriti maligni comunichino con lui e gli rovinino la vita. quasi un esperimento di video arte che non sfigurerebbe alla Biennale, con primi piani esasperati ed imperfetti che aiutano a far uscire forza, quella della verità. Io coi corti non vado d’accordo perché, anche se hanno il pregio di non annoiare facilmente, di solito non riescono a raggiungere profondità. In questo il valore c’è tutta.

 

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Il terzo film GAME OVER di Alba Sotorra è strano, affronta la guerra in Afghanistan da un punto di vista molto originale e cioè di passaggio, come un piccolo elemento nella composita vita di una persona. Quella di Djalal, ragazzo catalano che da sempre ha amato pistole, battaglie, videogiochi violenti e giochi di ruolo, arrivando all’apice del suo percorso come soldato nella guerra in Afghanistan. Talvolta lento e talvolta senza direzione, il film è comunque un bel ritratto familiare. la fidanzata di Djalal è favolosa nell’imitazione di Daisy Duke di Hazzard.
Ultimo film visto della giornata è 2 NIGHTS TILL MORNING di Mikko Kuparinen. Il regista, giovanissimo, era presente in sala e vedendone il look (è arrivato con tanto di zainetto) pensavo ad un film trasgressivo o almeno sperimentale, invece è drammatico e patinato, con attori molto belli. Racconta una storia vecchia: l’incontro in una città, due giorni intensi insieme e poi chissà. Come se Prima dell’alba (Bedore sunrise) di Linklater non fosse mai stato girato.
Se uscirà nelle sale, comunque, è un film che potrebbe avere successo. A me non è piaciuto per niente.

Ogni sera al birrificio un concerto.

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