Tre segmenti della vita di Chiron (8, 18 e 28 anni) e i suoi problemi con l’omofobia dei compagni a scuola, la vita in un ghetto con spaccio di droga alla luce del sole e una madre tossica, crudele e prepotente. Tutto questo porta alla sua trasformazione in un uomo forte e pericoloso.
Non riesco ancora a capire se questo film mi sia piaciuto o meno: il coinvolgimento emotivo rende impossibile un giudizio sereno. Il problema è questo: qualche volta ho avuto l’impressione che la visione estetica delle immagini e la storia scarna siano un bel pacchetto confezionato dal regista, ma che l’anima non ci sia. A volte invece ho pensato che di anima ce n’era troppa e un occhio più asettico avrebbe colto nel segno.
Nonostante i temi e gli ambienti in cui vengono sviluppati non siano per niente nuovi (omofobia, ghetto di persone di colore, mercato della droga) è l’atmosfera ad essere differente: tutto il film si svolge in una sorta di sogno, un’aura di fiaba, non di quelle per bambini però. Il protagonista sembra sempre un alieno: anche se uguale nel modo di vestire ed atteggiarsi, è completamente diverso dai suoi simili.
Le due cose che mi sono più piaciute del film sono state l’uso della musica per la colonna sonora, eccezionale, stridente col paesaggio, romantica e apocalittica, e il finale: dolce e accennato, senza che ci fosse bisogno di affermazioni carnali e sessuali per sottolineare l’incontro – dopo tanti anni – dei due amici.
Dettagli
EventiBFI Flare