#BFIFlare – Primavera londinese a vedere film gheis ovvero delegato stampa per Flare 2017, ultima parte
Negli ultimi giorni, nei metro, nei bar e nelle sale di proiezione c’era un clima strano, per via dell’attentato. Non sembravano preoccupati ma si respirava un’aria di rispetto. Per le vittime, per il dolore.
Pochissimi per la proiezione mattutina di CORPO ELETRICO di Marcelo Caetano 2017 (voto 3,5/4), è un film brasiliano coraggioso nell’affrontare, senza timore di annoiare, le vicissitudini di Elias, ragazzo di San Paolo di 23 anni, che lavora in una fabbrica tessile. La sua vita è piuttosto semplice: lavora scopa e si ubriaca. Detto così può sembrare squallido ma in realtà la giovialità che contraddistingue le sue giornate lo rende una persona carina e solare. Nel sesso non ha di certo preferenze: persone mature e giovanissimi, maschili ed effeminati, bianchi e di colore. Questa apertura mentale non è solo troiaggine: il sesso è per lui una maniera di comunicare, di relazionarsi, di continuare una storia finita o di mantenere un rapporto di amicizia (modo molto brasiliano di affrontare la carnalità.
Due scene tecnicamente bellissime: l’uscita della fabbrica per raggiungere un bar, con una sovrapposizione di tutti i colleghi, e la corsa sullo scooter delle drag queen, degna del più ispirato Russ Meyer.
Talvolta la noia è molto vicina, ma il regista riesce in qualche modo a non soccombere mai.
SIGNATURE MOVE di Jennifer Reeder 2017 (voto 2,5) commedia leggerina sulla differenza di culture che sarebbe stata anche divertente se non fosse basata solo si stereotipi che vediamo fin troppo.
Due tipe sui trenta si incontrano e si mettono insieme: Zaynab viene da una famiglia pakistana e la madre, che vive da lei, la sogna sposata mentre Alma, messicana molto libera, ha la madre come confidente (che i messicani fossero di così larghe vedute mi risulta nuovo), anzi la madre è una ex lottatrice di wrestling. Anche Zaynab lo pratica, guarda un po’ il caso.
La storia procede tra innamoramento, problemi della coppia e soluzione finale, tutto secondo copione, anche che la madre pakistana infine accetti la figlia lesbica.
Va abbastanza bene in prima serata su Canale 5.
Pronto per tutti i multisala del mondo è invece MILES di Nathan Adloff, presente in sala, 2016 (voto 3), che è una commedia banalissima, ma confezionata perfettamente. Ha infatti ottenuto parecchi applausi in sala. Miles pur di andarsene dalla sua città natale (un paesotto americano) e trasferirsi a Chicago con una borsa di studio accetta di giocare per la squadra femminile di pallavolo della scuola.
Banale ma recitato bene, buona fotografia e non perde un colpo, come intrattenimento. Certamente non si sta facendo la storia del cinema.
HANDSOME DEVIL di John Butler 2016 (voto 4)
Divertente film inglese super delizioso sul coming out di giovanissimi durante l’anno scolastico. Anche se tiene i concetti sempre ad un livello superficiale e di intrattenimento, affronta il tema del bullismo e della scoperta della propria sessualità in maniera competente.
Ned, anche se soltanto sedicenne, è già gay dichiarato e questi gli comporta non pochi problemi con i suoi compagni di collage ma la cosa non pare ferirlo più di tanto: per fortuna iniziano ad esserci questi personaggi nel cinema, che, pur essendo vittima di bullismo, che è sempre cosa disgustosa e deprecabile, sanno rispondere a tono, trovando anzi un angolo dove anche brillare.
Il suo compagno di stanza si scopre essere Connor (già visto in New York Academy) meravigliosa creatura, che si rivela essere anche un fantastico giocatore di rugby e beniamino della squadra e della scuola.
Diventa amico di Ned, anche se non vive bene la propria omosessualità (eh si, è gay anch’egli), non si innamorano per fortuna, ma passeranno un momento di tensione.
Film ben fatto che dovrebbe girare per le scuole, ottimi tutti gli attori, soprattutto Ned, il giovane protagonista, per il quale vedo un gran futuro nel cinema.
VICTOR XX corto spagnolo del 2015 è sicuramente il migliore visto in questo Festival. Mari/Victor, anche se ha una vita molto tranquilla come lesbica (una fidanzata e l’accettazione della madre), desidera diventare un ragazzo e sedurre donne eterosessuali.
Molto equilibrato e perfetto nel comunicare la sensazione di disagio della protagonista nel vivere nel suo corpo di donna. Strepitoso il dialogo con la madre, che cerca di metterla in guardia dalla fidanzata:
“quella araba ti mangia il cervello”
“macché cervello, mi mangia la figa”
Inappuntabile.
QUAND ON A 17 AND Andrè Techinè (voto 4)
Perfetto sotto il punto di vista stilistico e narrativo, il film racconta l’atteggiamento istintivo di adolescenti che confondono desiderio con repulsione, lotta con accoppiamento.
Techinè ha un’autentica adorazione per l’età che precede i vent’anni, trova sempre fonte d’ispirazione nei comportamenti ambigui dei giovani, un po’ come le poesie di Sandro Penna.
Andrè Techinè è uno dei registi che amo di più, ha creato personaggi scomodi e rivoluzionari ma, con la maturità, mi pare sia diventato meno graffiante e più accomodante verso una società che un tempo criticava.
L’intrecciarsi delle vicende è convincente e permette l’evolversi di una storia delicata e senza forzature. Bravissimi i due giovanissimi protagonisti e terrificante la locandina.
Al prossimo anno!