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#Detour15 – Pillole da Padova – L’elenco completo dei rutti post-visione

di il 20/10/2015
 

Esci dalla sala ed il cervello rutta un’idea. Scariche elettriche sinaptiche, mica pensieri, probabilmente utili solo alla manutenzione fisiologica dei neuroni. Capita a tutti e non se ne può fare a meno.

Ecco i giudizi di prima istanza liberati dall’Eroico cricchettaro:

  1. The Owners di Adilkhan Yerzhanov: Ammazzi, botte bipolari e balli psicotici a rotta di collo – quasi alla nausea – per un Kazakistan scoppiettante come non te lo aspetti. Originale, folle e sorprendente. Consigliato!
  2. Manos Sucias di Josef Wladyka: Sud america e dintorni, un siluro di droga, due pivelli figli del diavolo, una pistola, un viaggio pieno di imprevisti e una consegna insperata. Una trama semplice per un film avvincente, melodrammatico e quindi realistico, per quel mondo. Consigliato
  3. 600 milas di Gabriel Ripstein: Tanta noia sollevata da un finale ragionevole che ha l’indubbio talento di non cedere alle facili emozioni per emozionare il pubblico superficiale
  4. Kumiko, the Treasure Hunter di David Zellner: Un’anima disperata muore di freddo cercando un tesoro che ha visto nascondere in un film. Poteva essere una commedia grottesca o trash e invece spinge negli occhi il dramma della solitudine. Peccato per la massiccia dose di noia perchè sa affondare il colpo e regalare immagini potenti.
  5. Il gigante di ferro, diretto da Brad Bird nel 1999 dopo essersi fatto le ossa coi Simpson. Famoso poi per “Gli Incredibili” e “Ratatouille” è caduto quest’anno rovinosamente con Tomorrowland.
    Il cartone animato invece è un classico sottovalutato dell’animazione tradizionale, semplice e bello. La prima metà per i bambini e la seconda per gli adulti, così son contenti tutti, o forse nessuno
  6. Radiazioni BX: distruzione uomo (The Incredible Shrinking Man) di Jack Arnold: Caposaldo della fantascienza anni cinquanta. Serissimo, pieno di effetti speciali indovinati, una storia originale ed avventurosa. Un finale che prova a parlare dell’uomo. Come l’arte dovrebbe sempre fare. Un tentativo apprezzabile. Un film intramontabile che non è invecchiato negli anni

 

 

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