Cari affezionatissimi delle pecorelle cinefile.
La vostra attesa è finita.
Siamo qua.
Da ieri.
L’erba del pratino antistante il Teatro Giovanni da Udine è un po’ troppo corta ma fresca.
L’accoglienza ci fa entrare con disinvoltura e amabilità, come è costume in questo bellissimo festival fatto di passione, divertimento e sana forza lavoro friulana.
Il pavimento del teatro è stato preventivamente rivestito di cerata. Le pecorelle, insomma si sentono a casa, eccitate e pronte a tutto.
Nerina, in treno, si è guardata sul tablet un film proiettato ieri a cui teneva molto: Breakup Buddies di Ning Hao, buddy movie, per l’appunto, che parla di un depresso neo-divorziato costretto dal suo migliore amico a viaggiare attraverso la Cina in auto alla ricerca di donne scaccia chiodo.
Trama originalissima che nelle abili mani del regista diventa un pasticcio che non fa ridere, non commuove, non stupisce ma che insegna: se la tua donna ti molla e tu ne sei innamorato, soffri. Siamo dalle parti di Eraclito. Lo si capisce dal grazioso cagnolino.
Probabilmente, ci rivelerà in seguito il più affascinante critico prezzolato da Pechino, questo film è il risultato della purga rieducativa che l’autore ha dovuto subire dopo il geniale e nerissimo No man’s land precedente.
L’implacabile pecorella non crede ai suoi occhi. Per la rabbia bruca persino le poltrone in vilpelle (l’odierna ecopelle) delle poltrone già smangiucchiate dell’affollato regionale Mestre – Udine. Chiediamo scusa alla Ferrovie dello Stato.
Un’occhiata alla variegata e coloratissima folla che invade l’atrio del teatro e le passa tutto. Siamo pronti per The Royal Taylor di Lee Won-Suk, storia di un vecchio sarto di corte tradizionalista e dell’incontro con un giovane collega creativo e geniale che lo porterà a mettere in discussione la proprie convinzioni e l’intera moda dell’epoca.
Ci aspettiamo molto da questo film perché:
– ci piacciono i film in costume
– ci piacciono i costumi
– un film che ha per protagonista un sarto non omosessuale è una rarità
– i coreani, se vogliono, sanno raccontare e colpire.
Le aspettative sono confermate per i primi tre punti. Il racconto, invece, dopo una bella impennata visionaria a metà film, s’incarta in una sceneggiatura ridondante e involuta, che affloscia le brillanti premesse in un drammone scontato e piuttosto ordinario.
Pradina, la pecorella fashion, ha apprezzato ma è l’unica ad averlo visto fino in fondo. Tutte le sorelline si sono addormentate ben prima dei titoli di coda.