Guglielmina, pecorella svizzera dal tiro infallibile, ha inveito contro i salti temporali e minacciato di tagliare le scorte di cioccolato.
Ecco, pertanto, il diario che riprende con l’atteso film del famoso blogger e scrittore cinese Han Han: The Continent.
Tre amici partono dalla natia minuscola e desolata isola per accompagnare uno di loro verso un nuovo lavoro sulla terra ferma. Nel corso del viaggio attraverseranno la Cina facendo incontri e smarrimenti, innamoramenti e litigi. Che c’è di nuovo, si dirà? Pressoché niente, tranne alcuni bei paesaggi e squarci di vita di periferia. L’esordiente regista si ispira visivamente alle atmosfere di Jia Zhanke, non a caso presente in un cameo, ma l’ibridazione di queste con il buddy movie non convince fino in fondo. Le psicologie dei personaggi sono poco più che bozzetti e le loro evoluzioni, pertanto, non coinvolgono. Meglio, comunque, delle produzioni Hong Kong viste fin’ora anche se le pecorelle beleggiano sempre più e c’è già chi pensa di disertare il teatro per il suo prato.
Va peggio, purtroppo con l’indonesiano How to Win Checkers (Every Time) di Josh Kim. Oat, il narratore, racconta in un lungo flashback, l’ultimo periodo di vita del fratello e della sua relazione gay con un ragazzo più ricco. Come nelle peggiori soap, il gap sociale tra gli amanti li condurrà alla separazione e alla brutta fine che i diseredati fanno in questo mondo cattivo e ingiusto. L’autore butta nel calderone della sceneggiatura alcuni temi di sicuro richiamo: l’omosessualità, la prostituzione giovanile, le droghe e, persino, la piaga sociale della corruzione. L’aria fasulla che aleggia indispone le pecorelle che iniziano a produrre le loro pallette maleodoranti con gran spregio di quanto passa sullo schermo. Le conduco fuori velocemente prima che Nerina inizi le sue imprecazioni politicamente scorrette contro chi non ha rispetto per l’intelligenza ovina degli spettatori.
Arriva così la sera del martedì con il thriller Helios della coppia hongkonghese Sunny Luk & Longman Leung. Dentro c’è il racconto della caccia al supercriminale Helios, appunto, da parte di una task force cino-coreana, messa in piedi per recuperare una superarma di distruzione di massa, rubata dal malvagissimo alla Corea del Sud. Blockbuster supercostoso, frenetico e ricco di esplosioni, inseguimenti, ammazzi e botte, il film è l’esatto esempio di quello che i soldi non possono comprare. Non parlo dell’amore che, si sa, è in vendita su eBay, ma del talento dei registi che hanno fatto e fanno grande questo genere a HK, vedi, ad esempio, Johnnie To o Dante Lam. Il film di genere è grande quando ti rapisce nelle pause, quando irrompe l’avventura e l’inaspettato, quando affeziona ai personaggi. Helios urla dall’inizio alla fine ma non racconta. E’ la classica bella confezione senza regalo. E’ un’erbetta sintetica che non nutre. Le pecorelle, sempre amanti degli ammazzi, hanno resistito sveglie, ma la loro enorme produzione di pallette maleodoranti ha messo a rischio la proiezione del film di mezzanotte.