Esci dalla sala ed il cervello rutta un’idea. Scariche elettriche sinaptiche, mica pensieri, probabilmente utili solo alla manutenzione fisiologica dei neuroni. Capita a tutti e non se ne può fare a meno.
In attesa dei racconti completi, ecco i giudizi di prima istanza:
- Everest: Colossal banale, romantico e avventuroso. Manca la scena di Jake Gyllenhaal nudo: 2 ore perse
- Un monstruo de mil cabezas: Storia disperata e grottesca del povero contro i potenti. Piaciuto in sala
- El desconocido: Lunghe code per un pistolotto moralista sugli squali dell’economia. Un film tv tontolone
- Code piccole per il bel Underground Fragrance. E gusti maleodoranti del pubblico qui per preferire altro
- Winter on fire: “Dopo tutte le guerre che ci sono state, risolviamo ancora i problemi uccidendoci a vicenda”
- Beasts of No Nation: Bella ambientazione e bravissimi attori per un film moralista e davvero troppo lungo
- Un monstruo de mil cabezas (una visione più scatologica): Fumettoso, stitico e con qualche bella idea registica. Manca il centro per poco
- Spotlight: Film standard sul giornalismo investigativo. Leggero e sobrio. Praticamente superfluo
- Orphans: Classico dello humor-nero con momenti potenti dilatati tra troppo sonno
- Black Mass: Film robusto e ben recitato per una storia già vista però davvero troppe volte. Folla e follia di sedicenni per J. Depp
- Banat il viaggio: Film italiano (non servirebbe aggiungere altro) banalissimo sulla differenza tra i popoli. L’unica nota positiva è l’aspetto fisico del regista
- Mountain: Ritratto di una donna non scontata all’interno dei dettami della ortodossia ebraica.Sorprendente
- Equals: cacata di sottotesto non indifferente
- Sobytie (the event): Documentario scolastico per appassionati dell’Istituto Luce
- Francofonia: il più grande artista in concorso a Venezia72 arriva al Lido con una sua bellissima opera minore
- Tharlo: in elegante bianco e nero racconta una vita amara. Impegnativo e poetico
- Kalo Pothi: il primo film nepalese mai presentato a Venezia. Bell’involucro, in attesa di contenuti
- À peine j’ouvre les yeux: film stucchevole sulle contraddizioni del mondo arabo contemporaneo. Già visto
- Krigen: 1 ora di guerra noiosa e 1 ora di processo che funziona. Un passo indietro rispetto ad A Hijacking
- Janis: documentario toccante sulla vita di Janis Joplin con la voce di Cat Power per le sue lettere
- L’hermine: non male ma appartiene ad un mondo passato in cui anche film così semplici potevano piacere
- Ma: un muto autofinanziato su Kickstarter che ha ben poco da “dire”. 90′ di videoarte sono troppo punitivi
- Montanha: intimo ritratto di un adolescente problematico. Bello e ostico, in molti hanno lasciato la sala
- The danish girl: talmente per tutti che piacerebbe anche al sindaco Brugnaro
- Man down: un’ora di noia per giustificare il colpo di scena finale. Furbetto, didascalico e moralista
- Amarcord: pieno di idee, bello. E il bello basta, ha vita propria e condisce tutto di adorabile inutilità
- Ana Yurdu: Rapporto madre figlia non originale. Vive di pathos, commozione stucchevole e luoghi comuni
- El clan: Storia costruita e ambientata molto bene. Mantiene la tensione intatta fino alla fine, una rarità
- Wednesday,May 9: Ho resistito un’ora,poi l’infelicità e il grigiore di questo cinema superfluo hanno vinto
- Abluka: 1 anno fa avevo dato alla Turchia l’ultimatum.E ha continuato ad annoiare a morte.Con te ho chiuso
- Interruprion: Meta teatro d’avanguardia al cinema. Estremamente punitivo ed irrispettoso verso il pubblico
- Island city: Tre lunghi trailer di genere dversi. Dopo un’ora mi chiedo: ma il film quando inizia?
- Lama Azavtani: Evirazioni, sodomia, pedofiloa, violenza e razzismo. Renderlo cosi noioso non era facile
- Sangue del mio sangue: A metà tra soap opera e grande cinema. Senza il Conte sarebbe niente
- Anomalisa: Relazione mortificazione depressione e solitudine profonda. Piccolo capolavoro in plastilina
- 11 minut: Questo film ci insegna che lo Polonia è piena di figa. Bell’esercizio di stile
- Mate-me por favor: Blandi omicidi sullo sfondo e galline quindicenni in primo piano. Il vuoto pneumatico
- Heart of a dog: Un audiolibro di rutti cerebrali sconnessi raramente interessanti. Voce fuoricampo per 90′
- The Return: Un film talmente di sottrazione che alla fine non rimane più niente
- Visaaranai (interrogation): Legnate e corruzione in un crescendo di intrecci che da cazzone si fa cazzuto
- Desde allà (From afar): Come diventare cùla in 5 mosse
- Behemoth: Documentario muto su musi gialli minatori. Scavi sullo schermo e anziani in platea: un clichè
- La calle de la Amargura: Nani puttane e wrestling. Scorrettissimo e completamente senza ritmo. Culto!
- A copy of my mind: vademecum perfetto su come rovinare una trama interessante con la resa cinematografica
- Go with me: Boscaioli handicappati che si menano in un bel Thriller poco credibile per il grande pubblico
- Free in Deed: Questo film ci insegna che Dio non riesce a risolvere tutto, tanto meno la noia del film
- Na ri xiawu (Afternoon): Due chiacchiere sulla vita privata di Tsai Ming-Liang e il suo attore feticcio
- Jia (The Family): Vita domestica di due nonni, i loro figli e nipoti. Quasi 5 ore, un bel momento