Mi sento scossa, agitata, un po' nervosa
Che viaggio strano, quando tornerò, poi lo rifarò
Mi sento bene, un po' stordita, ma gioiosa (Acida, Prozac+)
Durante l’intervista, all’ultimo piano del palazzo del Casinò, il regista tiene a far sapere che molte delle idee per il film sono uscite chattando sulla PlayStation 5.
“Componeva e mi spediva le musica, sempre a distanza, tramite la chat di PS5”
Sento rumoreggiare in sala stampa:
“Ma vive sempre davanti alla PlayStation?”
“Secondo me non distingue più il reale dai giochi, è proprio dentro”
Poi continua:
“Credo che la forma di film tradizionale sia giunta al capolinea”
“La trama è sopravvalutata, anche la figura umana è sopravvalutata, così come i dialoghi”
Se non amiamo un uomo così allora non so proprio chi dovremmo amare.
Ho recuperato Baby Invasion a Mestre visti i ripetuti sold-out al Lido di Venezia. Son sicuro che se, i pochi presenti in sala, fossero arrivati preparati, magari ascoltando l’intervista o, almeno, guardando il trailer del suo precedente Aggro Dr1ft, non avrebbero abbandonato la sala dopo venti minuti e non avrebbero lanciato insolenze coprendosi di ridicolo.
Il film presentato alla 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è un gioiello di arte moderna, poche storie. L’unica domanda ragionevole che ci si può porre è se sia più coerente inserirlo a cartellone di Biennale Cinema o Biennale Arte. Li vedo già, tutti i fichetti disgustati durante la proiezione, sperticarsi a narrare la loro fascinazione per i video proiettati ai Giardini di Venezia o all’Arsenale. Non c’è limite all’ipocrisia, pur di darsi un tono a tavola con gli amici.
Non dico che non abbia preso anche me allo stomaco, è un’opera provocatoria che scaglia pugni, è una proiezione che può ferire sia psicologicamente che fisicamente. Fa male come tutte le cose nuove. Mal di testa? Nausea? Ovvio, sembra di stare per ottanta minuti all’interno di una sala pachinko a Tokyo! Ciononostante, non si può non provare ammirazione per l’immenso lavoro che sottende alla realizzazione di un simile progetto. Un deciso passo avanti rispetto ad Aggro Dr1ft. Harmony Korine prova a prendere a calci la video arte spostandola colpo dopo colpo dai Giardini al Lido. Giù il cappello anche solo per il tentativo.
Leggo sulla bacheca “ridateci i soldi” del Lido:
Harmony Korine caga sulla mostra del cinema
Forse lo fa ma, più che sulla mostra, su chi del cinema è convinto di sapere tutto, conoscerlo, definirlo, limitarlo, domarlo, dominarlo. Se un film è difficile da raccontare perché non rientra nelle quattro righe a cui si è assuefatti, figuriamoci quanto lo sia da immaginare e realizzare. Lo stesso valeva per il suo primo capolino in questa nuova “era”: disturbante, iper-deformed, geniale, violento, controcorrente. La cosa più vicina a cui potrei paragonare quest’opera sono i celebri video di Aphex Twin:
Potremmo forse vagamente accostarla anche al genere Found-footage, esploso cinematograficamente con The Blair Witch Project nel 1999. Qui, al posto delle pellicole scovate in qualche soffitta, il protagonista è un videogame rubato ad una software house che diventa talmente popolare nel dark web da far solleticare ad alcuni criminali l’idea di porlo in essere nella vita reale. Poco male se il gioco fosse stato quello de l’Orso Yoghi che mangia il miele col cappellino verde, sorridendo al timido Bubu, il problema è che il gameplay è quello di un First Person Shooter con protagonisti gruppi armati che irrompono in case extralusso uccidendo, sfasciando e derubando. Il gruppo decide anche di aprire un canale streaming per mostrare in diretta le scorribande al nutrito seguito di follower. Questo live streaming di ottanta minuti che arriva alle retine del pubblico in sala diventa il raccapricciante mix tra uno dei tanti programmi pornografici pomeridiani sulle case di lusso e un horror.
Adoro pensare che gli acidi, tipo LSD, che prendevano le rockstar negli anni settanta facessero provare le stesse sensazioni. Gli essere umani trasformati in mostri con corna e impressionanti facce di neonati, le orecchie trapanate dall’incessante cassa dritta dell’Acid Techno, le schermate per caricare la stanza successiva, i punti di salvataggio e il turbamento di sentirsi costantemente indifesi e in pericolo. A lato della visuale scorrono, a ritmo folle, commenti, esclamazioni ed emoticons, come su Twitch. Adoro anche che, per tutta la durata della pellicola, la musica sia snervante e che il vocalist in stato confusionale parli praticamente solo di conigli. Se si chiudono gli occhi, sembra di ascoltare uno dei famosissimi, negli anni novanta, bootleg in cassetta che giravano, tra un’anfetamina e l’altra, a Jesolo, dopo gli afterhour di discoteche come l’AIDA, il Movida, l’Asylum o il Musikò.
Una brutale, geniale e selvaggia sperimentazione tra videogame e cinema acquista tantissimo senso in una mostra d’Arte come Biennale cinema a Venezia.
Baby Invasion (2024) | |
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Rating: N/A/10 (44 votes) Director: Harmony Korine Writer: Harmony Korine Stars: Anonymous, Juan Bofill, Shawn Thomas Runtime: 80 min Rated: N/A Genre: Action Released: 31 Aug 2024 |
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Plot: An ultra-realistic, multiplayer FPS game follows a group of mercenaries using baby faces as avatars. Tasked with entering mansions of the rich and powerful, players must explore every rabbit hole before time runs out. |