In difesa della signora che teme di essere avvelenata dal mercurio dei vaccini nel sangue attivati dal 5G
E’ diventato virale, in questi giorni, l’intervento di una signora, durante la manifestazione dei Gilet Arancioni a Roma, che ha espresso pubblicamente una sua teoria complottista che lega Giuseppe Conte, Bill Gates, i vaccini e il 5G. Ridicolo, vero? Il video del discorso, come si può immaginare, ha scatenato, sui social, i lazzi e i commenti più vari: dall’ironia supponente all’insulto feroce. Eppure, questa signora, ha solo espresso una sua opinione, una sua visione o interpretazione della realtà. Non ha fatto del male a nessuno, tranne che a se stessa, probabilmente.
Allora, visto che sono un rompicoglioni e i cori non mi sono mai piaciuti, vorrei proporre un elenco di credenze, di pari valore logico, razionale e “scientifico”, su cui la scandalizzata platea di Internet basa la propria visione delle cose e, spesso, anche la propria identità.
Cominciamo con qualcosa di facile: la reincarnazione, ossia la trasmigrazione su questa Terra di un’anima da un corpo all’altro. Ci credono, tra gli altri, quasi un miliardo d’induisti, i buddisti del Piccolo Veicolo, il Dalai Lama e i suoi seguaci (Richard Gere, ad esempio), gli Scientologi, Tom Cruise in testa, i seguaci di Rudolf Steiner e tante piccole sette orientaleggianti.
Gli Ebrei (Wikipedia li stima tredici milioni) credono che il loro Profeta Mosè abbia diviso in due le acque di un mare non ben precisato per trarre in salvo il suo popolo dalla persecuzione degli Egiziani. Il mare si sarebbe poi rinchiuso sui nemici inseguitori annegandoli.
I Cristiani, due miliardi e mezzo di persone, credono che Gesù sia resuscitato dalla morte a tre giorni di sepoltura.
I Musulmani (quasi due miliardi) credono che il loro Profeta Muhammad abbia fatto un viaggio notturno, sopra una cavalcatura alata dal volto umano, da Mecca a Gerusalemme e poi fino al Settimo Cielo e oltre.
Come dite? Che siete agnostici o atei? Bene, proseguo laicamente.
L’omeopatia. Si basa sul concetto che un calderone gigante d’acqua, nel quale si pone una goccia di un estratto che, ad esempio, farebbe venire la diarrea se ingerito in quantità elevate, una volta a contatto con tale sostanza ne conserva la “memoria”. Ossia la sostanza, data l’enorme diluizione, non è più rintracciabile nemmeno col microscopio atomico ma una goccia di quest’acqua con “memoria” fa passare, nell’esempio proposto, la diarrea. Ne fa uso, mediamente, il 5% della popolazione italiana.
L’uomo e le scimmie hanno un antenato in comune. Lo insegniamo in tutte le scuole. Non c’è nessuna prova, documento, ragione per credere una cosa del genere. Si tratta di una pura teoria, con datazioni che risalgono a milioni di anni or sono. Milioni di anni. Puro mito moderno basato sull’idea, molto diffusa nel secolo scorso, che l’umanità fosse in continuo progresso o “evoluzione”, l’opposto di quanto pensavano i nostri antenati più vicini che vedevano la nostra epoca (l’età del ferro) come la più involuta, rispetto alle precedenti.
Gli UFO. Non siamo soli nell’Universo. Moltissimi, non sono in grado di quantificarli, credono che ci siano delle creature provenienti dallo spazio che si divertono, di tanto in tanto, a visitare il nostro pianeta, sempre alla chetichella, avvistate sempre da poche persone e che, a volte, praticano il rapimento di alcuni dei suoi abitanti per scopi vari.
Un momento. C’è qualcuno che dice di non credere a nessuna di queste baggianate. Solo la scienza può fornire una base solida e razionale cui affidarsi.
Sentiamo cosa dichiarò, nel 1942, Werner Karl Heisenberg, padre del principio d’indeterminazione, basilare nella meccanica quantistica (quella che mi consente di scrivere su un laptop, quella delle nanotecnologie, del laser, ecc.): «Nell’ambito della realtà le cui condizioni sono formulate dalla teoria quantistica, le leggi naturali non conducono quindi a una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo; l’accadere (all’interno delle frequenze determinate per mezzo delle connessioni) è piuttosto rimesso al gioco del caso.» Forse è per questo che, ogni tanto, il mio computer va in crash.