I rifiuti dell’anima, Perfect Days di Wim Wenders
Se avete mai incontrato uno di quei fastidiosissimi snob che vanno in vacanza in Giappone, questi vi avrà sicuramente parlato dei cessi nipponici: belli, puliti, moderni, profumati. I bagni sono il primo impatto con la cultura del sol levante. Questi luoghi sconfiggono la repulsione per i rifiuti del corpo, con la loro schifosa consistenza e […]
La salvaguardia dell’identità, Som Du Ser Meg (Come mi vedi) di Dad Johan Haugerud
Dag Johan Haugerud si cimenta nel suo primo lungometraggio senza abbandonare del tutto la metrica di un corto. Nella stessa pellicola mette a confronto, in maniera distaccata ma pungente, il comportamento umano di tre donne che, in prima analisi, sembrerebbero non avere nulla in comune se non la palazzina dove vivono, ma alla fine il […]
Barbie di Greta Gerwig
La prima volta che ho sentito parlare di Barbie “live action”, l’ho immediatamente inserito nel grande elenco della categoria: “Non l’ho visto e non mi piace”. Non c’è bisogno di spiegare il perché. Credo fosse l’approccio comune di ogni persona adulta, libera da mocciose da allevare. Poi un amico ti dice che è bello, leggi […]
#Ema di Pablo Larraín – [V.M. 18]
Sono felice Ema, in estasi, ma un po’ preoccupato. Perché? Per la musica di merda che state ballando. Mi chiedo, perché? Vuoi saperlo? Non spiegarmi niente, che vergogna, pietà! Dove volete arrivare? Che vuol dire? È musica da carcere. È roba che si sente solo in prigione. Tum cha-tum-cha tum-cha, tutto il giorno cazzo, tutto. […]
Black Widow aka La famiglia che (non) uccide di Cate Shortland (2021)
Sono passati quasi cinquant’anni dalla pubblicazione del libro di D. Cooper “La morte della famiglia” (e altrettanti da quella del lavoro di M. Schatzman ricordato, senza parentesi, nel titolo). La famiglia tradizionale, che l’antipsichiatra stigmatizzava, non esiste più, salvo in qualche sacca scout o fondamentalista cattolica. Il suo vuoto è stato riempito non dalle ingenue […]
Vincitori e Vinti: Processo ad Hollywood
Marlene Dietrich: dopo Sternberg, non hai più avuto ruoli degni di te, hai trovato, grazie a Wilder, con “Testimone d’accusa”, a Welles, con “Touch of Evil” e a Kramer, con questo film, finalmente la possibilità di tornare a recitare qualcosa per cui valga la pena. Tua figlia scriverà di te: “Una terribile egoista, che parlava raramente con gli altri poiché ciò avrebbe implicato un certo interesse per le […]