Perché spendere i soldi del biglietto per film come Ben Hur o Bridget Jones’s Baby? Per avere un giudizio affidabile.
Quelli che guardano solo pellicole che immaginano di loro gusto sono vecchi sapientini noiosi e rigidi che credono di saperne. Non serve mettere la mano sul fuoco per sapere che scotta, ma bruciarsi aiuta. Vedere tutto, ogni tanto, è l’unico modo per ottenere un metro di misura equilibrato e completo. Mi fido solo di chi è felice di andare al cinema a vedere anche i Film Ignoranti© perchè il cinema non è una gabbia, l’ho già ben spiegato, l’arte vomita su chi si rinchiude nel proprio mondo, anche se colto e/o di prestigio. Alzare paraventi e farsi belli nel proprio campo da giochi è infatti il metodo più usato per coprire una povertà intellettuale che non si sa come altro mascherare. Un po’ come fanno i compagni di classe con lieve ritardo mentale, quelli che stanno tutto il giorno sui libri e poi prendono cinque e mezzo all’esame: il loro mostrarsi chini su quella scrivania – con un classico francese in bianco e nero – è fondamentalmente frutto della paura del giudizio degli altri. Escludendo gli etero, a volte la paura riguarda anche il giudizio che si può avere di sè stessi. Il suggerimento che sale dal ghetto dorato puzza di vecchio e sarà sempre una frequenza che si perde prima di arrivare all’orecchio del saggio.
Il diario di Bridget Jones (un migliaio di anni fa) è stato un film semplice ed allegro che ha avuto un ottimo successo commerciale ai botteghini. Uno di quelli che mia mamma guarda ancora volentieri e che – all’epoca – mi aveva lasciato di buon umore. Per questo, in seguito, vidi anche il secondo episodio: Che pasticcio, Bridget Jones. E’ vero che si rivelò una commediola di bassa qualità che dimenticai all’istante ma ebbe il dono di lasciarmi con l’idea che la serie fosse morta, anzi, che non fosse mai esistita. E per questo lo ringrazio.
Mi avvicino così, ben cosciente e senza illusioni, alla terza puntata. La trama? Una zitella di 43 anni fa all’amore con due single giovanili sulla cinquantina (uno porta addirittura le Jeans, come Red Ronnie, un incubo) ma, quando rimane incinta (é questo che sottende ogni singola infilata di pene nella vagina), non sa di quale dei due sia il seme che l’ha fecondata. Così decidono di vivere come una famiglia allargata a tre e nessuno le chiede di fare il test di paternità. E’ vero che pur di aver accesso a una vagina la gente è disposta a tutto, tipo andare con ultra-quarantenni, ed è vero che le donne sopra i quaranta si farebbero umiliare in ogni modo, tipo andare con ultra-cinquantenni, pur di non rimanere sole, ma la trama già di per sé risulta talmente forzata e irrealistica da impedire ogni minima possibilità di credere e immedesimarsi nella storia. Basterebbe leggerla sul trafiletto del sito Internet per preferire il divano di casa alla poltrona del cinema. Rimane però un’opportunità: se nel 2016 uno spettatore cosciente va al cinema a vedere il terzo Bridget Jones lo fa con l’intento di poter spegnere il cervello per un paio d’ore. Ed è proprio qui che il film fallisce rovinosamente e mi fa arrabbiare, perchè poteva essere solo blando ed insulso ed invece si passa tutto il tempo a pensare ossessivamente a quanto sia doloroso osservare quelle immagini. Mi ha tradito, nonostante le mie aspettative fossero bassissime, e per questo è imperdonabile. A questo punto tanto valeva restare a guardare lo specchio. Renée Zellweger è vecchia, ha una recitazione forzata, non ha più la commedia dentro, non fa ridere, è tesa, raggrinzita, è goffa nel cercare di apparire goffa e fa sembrare tutto finto. Si vede che odia quello che sta facendo e che all’odio si auto-risponde con tre parole: Conto – In – Banca. Come fosse un mantra: Conto In Banca, Conto In Banca, Conto In Banca, Conto In Banca, Conto In Banca. E’ una tecnica psicologica che ad Hollywood ed in chiesa (cambiando leggermente qualche consonante) insegnano fin da bambini.
Tutte le battute sono telefonate ed edulcorate. Tengono alta la testa solo i bravi Colin Firth ed Emma Thompson. Ma sono a margine di una storia di una stupidità sconcertante. I dialoghi sono scritti col talento e l’acume che potrebbe mettere su carta una diciassettenne al bar dello spritz. La voce fuori campo spiega sistematicamente quello che dalle immagini risulta già ovvio, rende tutto didascalico e chiarisce che il target del film è un pubblico di cervelli grezzi e pigri. Muti idioti. Il discorso sull’integrità che fa verso la fine è al limite dell’offensivo così mal inserito in quel contesto di puro squallore in 35mm. Te lo dico io cos’è un pasticcio, cara Bridget Jones: vedere la deriva di Renée Zellweger. La delusione mi ha fatto rivalutare Michael Jackson, almeno lui a quell’età è morto somigliando ad una vecchia asiatica. E sappiamo tutti che mondo infame sarebbe il nostro se non ci fossero gli asiatici.
Michael “YOKO” Jackson il giorno prima di morire
Ho sperato fino all’ultimo che il finale rimanesse aperto, per lasciare almeno un briciolo d’insoddisfazione pungente che urlasse al pubblico che il regista mai! avrebbe voluto girare una feccia del genere, per far capire che è stato/a costretto/a dalle circostanze. Ed invece in ultima arriva anche il matrimonio, la mano nella mano, il “mio figlio!” e gli abbracci fraterni del voemmosebbene comunque sia andata. Nella vita reale storie anche più banali e finte (tremo al pensiero, ma le ho viste coi miei occhi) di quella raccontata finiscono con gente che strappa via scalpi coi denti.
Se dai da mangiare solo merda ad un agnellino fin dalla nascita puoi prevedere che da adulto il gregge la mangerà per sempre. In questo modo, calpestando il cervello della gente, nessuno squalo bastardo rischierà mai l’investimento, salvando così i soldi per confezionare altri secchi di escrementi da dare in pasto alle bocche sterili a venire, in un circolo vizioso puzzolente ed eterno. Amen.
PS Sconsigliato
Bridget Jones's Baby (2016) | |
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Rating: 6.4/10 (83,733 votes) Director: Sharon Maguire Writer: Helen Fielding, Dan Mazer, Emma Thompson Stars: Renée Zellweger, Gemma Jones, Jim Broadbent Runtime: 123 min Rated: R Genre: Comedy, Drama, Romance Released: 16 Sep 2016 |
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Plot: Bridget Jones' focus on her single and professional life is interrupted when she discovers she is pregnant, but is unsure of the identity of the father. |
“Alzare paraventi e farsi belli nel proprio campo da giochi è infatti il metodo più usato per coprire una povertà intellettuale che non si sa come altro mascherare”. Quanta saggezza.. bravo Miki