Dag Johan Haugerud si cimenta nel suo primo lungometraggio senza abbandonare del tutto la metrica di un corto. Nella stessa pellicola mette a confronto, in maniera distaccata ma pungente, il comportamento umano di tre donne che, in prima analisi, sembrerebbero non avere nulla in comune se non la palazzina dove vivono, ma alla fine il legame arriva forte e chiaro. La sua intenzione era quella di mostrare situazioni quotidiane che sembrano di poca importanza per una persona ma che possono sembrare tragedie per gli altri. Si tratta di piccole decisioni che possono avere ripercussioni enormi su relazioni e sulla vita degli individui. Curioso come la traduzione in italiano del titolo sia “Come mi vedi” e il titolo internazionale “I Belong”, in entrambi i casi è sottolineato il senso di appartenenza a un contesto sociale che modula e scolpisce l’agire dei protagonisti in base all’ideale comune.
E’ chiaro a tutti e vale per tutti, nessuno escluso, che se ci prendessimo la nostra barchetta e nostri quattro stracci e ce ne andassimo da soli a coltivare l’orto nell’isola persa nell’Oceano Indiano le nostre azioni, i pensieri e le abitudini sarebbero ben diversi rispetto a quelle che invece abbiamo all’interno della nostra famiglia, a lavoro, al bar, nel teatro della quotidianità. Non necessariamente migliori, ma diversi.
Haugerud rende tutt’altro che banale la rappresentazione dei dilemmi esistenziali, nei quali l’integrità personale entra in conflitto con le aspettative sociali, invitando lo spettatore a riflettere sulle proprie scelte e sul valore dell’emozione nell’interazione umana. Quanto siamo disposti a sacrificare e/o a castrarci per gli altri? Quanto scarnifichiamo la nostra identità, il voler far felici le persone che amiamo o stimiamo? E quanto riusciamo a salvaguardare il nostro senso critico, se abbiamo la fortuna di averne uno, all’interno di un mondo capace di far nascere bisogni futili neanche fossero funghi? Cosa manda in pappa il sistema intellettivo di una persona con cultura e dignità per lavorare 8/10/12 o più ore al giorno pur di avere una casa, un figlio o peggio ancora, se si può dire, una pensione? Quante ore di sonno siamo disposti a perdere pur di portare a termine un compito che non deluda le aspettative altrui?
La visione è senza lodi e senza infamie, nonostante le immagini scorrano asettiche la scrittura è silenziosamente conflittuale e le interpretazioni notevoli, lascia aperti interrogativi, che nei giorni si moltiplicano e creano confusione. Rimangono solo due certezze: la prima è che in qualsiasi ambiente, un qualsiasi Paese ci si trovi ognuno di noi dovrà sempre fare i conti con se stesso, magari, nella speranza ottimistica che così facendo si provi a migliorare, anche nell’accettazione di ciò che si è, e infine che le persone e le emozioni, nel bene e nel male, faranno sempre la differenza, ovunque.
I Belong (2012) | |
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Rating: 6.8/10 (626 votes) Director: Dag Johan Haugerud Writer: Dag Johan Haugerud Stars: Andrine Sæther, Jan Gunnar Røise, Laila Goody Runtime: 118 min Rated: N/A Genre: Comedy, Drama Released: 14 Sep 2012 |
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Plot: What happens to us when people stop acting like they're supposed to? A nurse gets into a dispute at work because she switches to speaking English when she gets nervous. A translator compromises her integrity when persuaded to tran... |