Non mi piace scrivere recensioni negative, normalmente trovo più eccitante scrivere di qualcosa che mi è piaciuto piuttosto che di qualcosa che mi ha annoiato. Tuttavia, so che la stroncatura di una serie TV dà piacere a qualcuno nella redazione della Cricchetta, così mi sono detto: perché no? Facciamo ‘sto regalo per iniziare bene il nuovo anno! Parliamo di Tokyo Ghoul.
Sebbene sembri difficile riuscire nell’impresa di rendere noioso, predicibile e complessivamente inguardabile un anime il cui motore è il cannibalismo, Tokyo Ghoul ci riesce perfettamente e si aggiudica il gran premio dell’occasione perduta. Evidentemente la trama deve essere stata scritta da un autore che soffre di narcolessia creativa: nei periodi di sonno (la maggior parte) l’anime diventa eccitante come la lettura dell’oroscopo del giorno prima, e in quelli rari di veglia assume un tono fin troppo vivace, stonato e con ambientazioni grottesche.
L’anime fallisce persino nel comunicare un vago senso di disagio che naturalmente si prova al solo sentir parlare di cannibalismo. Willy Wonka nella fabbrica del cioccolato fa molto meglio con il famoso dialogo: “Ogni cosa in questa stanza è commestibile, persino io lo sono… Però quello si chiama cannibalismo, miei cari ragazzi, e infatti è disapprovato in molte società!”
A fronte di un umano che si trova costretto a cibarsi di carne di consimili, la resa del disagio è insoddisfacente (forse il manga in questo è più efficace). Manca completamente la capacità di stabilire un canale di comunicazione con lo spettatore e, persino nel momento in cui il protagonista sta per divorare il suo migliore amico, il sentimento che pervade lo spettatore è noia, noia, noia mescolata alla certezza che non sarebbe accaduto. Eppure le potenzialità ci sarebbero state, peccato.
Dal momento che è vietato seguire più di una serie TV noiosa, vi sconsiglio di usare questo gettone per Tokyo Ghoul e, fra l’altro, se state già seguendo The young pope ve lo siete già giocato.